Surf Culture è una collection che viene distribuita gratuitamente al pubblico. Non possiede una vera e propria redazione e i contenuti sono scritti direttamente da appassionati che contribuiscono al progetto. Le fotografie sono scattate da fotografi non professionisti e non esiste un vero e proprio stile a cui far riferimento. Tutto questo contribuisce ad una visione eterogenea a livello visivo e dunque la grafica dovrà riuscire a dare una piacevole unità d'insieme.
Gli impaginati precedenti proponevano, a mio parere, un'impaginazione troppo lineare e pulita e il contenuto emozionale espresso si basava solamente sulla qualità delle fotografie. Veniva utilizzata una gabbia a due o tre colonne e il lavoro non presentava particolare ricerche stilistiche. Anche riguardo ai titoli, le font utilizzate si limitavano a caratteri lineari e bastoni con timidi accorgimenti grafici.
Facendo riferimento al target a cui è dedicata la pubblicazione, il mio progetto tende a enfatizzare i contenuti con pagine accattivanti e imprevedibili. La composizione del testo dovrà essere percepita dal lettore come parte integrante del messaggio, ancor prima di riuscire a leggere il suo contenuto. L'impaginato, prima ancora di trasmettere il messaggio contenuto nel testo, dovrà emozionare ed incuriosire il lettore; la curiosità spingerà le persone a leggere il testo e ciò dovrà compensare, in alcuni casi , la scarsa leggibilità dello stesso. La copertina del vecchio numero comprendeva una foto al vivo relativa al beach style con il logo in alto a sinistra. La nuova copertina presenta il logo inserito dentro la traccia di un quadrato bianco (o nero a seconda dell'immagine) a delimitare i contorni della copertina. La foto che viene presentata avrà uno stile diverso e più unitario: foto dai buoni contrasti, accattivante e “misteriosa”. Un altro elemento nuovo è costituito da una piccola scritta in “garamond” inserita in modo diverso ogni volta e con piccoli elementi grafici decorativi. Essa può riguardare la foto stessa su cui è inserita o contenuti interni della rivista.
Ho voluto mantenere il solito formato dei numeri precedenti, 20,5x26,5 cm, in modo da mantenere un legame di continuità. Questo formato permette di differenziarsi dalla concorrenza (20,5x16 Surf News; Surf 28x23 Surf Latino). Le foto, che arrivano insieme ai testi in redazione, non sempre godono di una buona risoluzione e non sempre suscitano grande interesse. E' compito dell'impaginazione e degli elementi grafici che, inseriti opportunamente insieme alle foto, devono mascherarne alcune mancanze ed esaltarne alcuni aspetti; anche un buon fotoritocco, rispettando la composizione e i colori originali, contribuisce a migliorare il lavoro complessivo. Rispetto al progetto precedente ho voluto inserire l'indice all'inizio della pubblicazione, un elemento che sicuramente aiuta il lettore ad orientarsi.
I software che ho utilizzato fanno tutti parte della suite Adobe. Per l'impaginazione ho utilizzato Indesign che ormai costituisce uno standard per qualsiasi tipo di pubblicazione. Esso è stato opportunamente integrando con Illustrator che permette di disegnare e modificare tracciati vettoriali molto agevolmente.
Per il fotoritocco ho utilizzato Photoshop, nei casi in cui dovevo ritagliare o modificare una singola foto, e Lightroom, quando invece dovevo controllare correzioni su una grande quantità di foto. Per la scrittura corrente ho utilizzato il font “Adobe Garamond Pro” riadattamento digitale del carattere tipografico nato a Venezia nel 1470 circa e poi riadattato dal francese C. Garamond nel XVI secolo. Leggibile ed elegante è uno dei più espressivi caratteri “Antiqua”.” Scritto con penne non troppo larghe, mostra pochi contrasti tra pieni e filetti. La penna è inclinata di 30° riconoscibile nelle lettere tonde e nelle grazie triangolari. Le caratteristiche principali sono il lieve contrasto tra le aste grosse e quelle sottili e l'asse inclinato verso sinistra dei caratteri tondi”.
Per i titoli e altre scritte non ho dato un limite ai tipi di caratteri da utilizzare. Il Didot, presente anche nel logo, è utilizzato non in modo lineare come nelle composizioni antiche, ma rielaborato in forma moderna ed espressiva. Spesso i caratteri “classici” vengono inseriti in corpi “abnormi” e sproporzionati a fini più estetici che comunicativi del messaggio scritto. I caratteri gotici convivono con romani, lineari e fantasia in uno stile postmoderno dinamico e diverso pagina dopo pagina. I testi si sovrappongono e spesso la spaziatura rende le scritte illeggibili in modo da diventare una texture decorativa, contrariamente l'articolo scritto gode delle comuni regole della leggibilità. Nella rivista ho inserito alcuni caratteri “fantasia” che ho personalmente disegnato in modo da dare esclusività al prodotto.
Lo stile complessivo è legato al graphic design contemporaneo, molto fluido e impattante, sulla linea di Emigre, i lavori di David Carson e la rivista Disillusion. A differenza dello stile grafico della New Wave i colori usati sono pochissimi: l'impaginato si basa più sul forte contrasto di bianchi e neri che sull'universo multicolore proposto da grafici appartenenti a questo movimento. Questa soluzione è adottata dall'esigenza di dare unicità al lavoro dal momento che le immagini spesso arrivano da fotoamatori che non sono guidati da un unico stile. Alcune pagine riflettono più l'eleganza compositiva dello stile della rivista “Disillusion”, con grandi spazi bianchi e con un suo senso di esclusività, rispetto al disordine Punk/New Wave. Il tipo d'impaginazione è libero, ma ciò non evita che in alcune pagine questo tipo di soluzione non venga ripreso. Il testo, alcune volte, viene inserito con gabbie irregolari sulla pagina e altre tramite l' utilizzo di gabbie che si modificano continuamente da articolo ad articolo.
La comunicazione e-editoriale di surf verte sull'uscita di un periodico consultabile tramite un “player” sul sito web. Nel nuovo numero verrà integrato con il sito issuu.com che garantisce un “player” più evoluto ed opzioni migliori. Questo permetterà alla rivista di essere consultata direttamente dal sito surfculture.it. o dal sito issuu.com offrendo una vetrina più ampia. La rivista viene sfogliata utilizzando due frecce ai lati dell'impaginato che cliccati scorrono le pagine come se fosse una rivista cartacea. Una piccola animazione simula la pagina sfogliata sia a sinistra che a destra. In basso una piccola preview delle pagine permette di spostarsi più agevolmente in avanti e indietro. Un clik sulla pagina permette di zoomare sul contenuto e leggere l'articolo.
C'è differenza tra i contenuti che riguardano il “digital magazine” e la “collection cartacea”. Sul digitale sono pubblicate notizie e reportage meno importanti e dai contenuti meno lunghi. Spesso gli articoli si limitano a titoli e fotografie. Ci sono delle differenze anche sul modo di consultare i due prodotti che ho preso in considerazione per l'impaginazione. Il digital magazine offre il vantaggio di vedere a monitor già il corrispettivo del prodotto finito mentre si lavora, mentre la collection deve essere progettata in relazione ai metodi di stampa e rilegatura con opportune prove per prevedere il risultato finale. I testi presentati in digitale sono più brevi, dal momento che leggere su uno schermo comporta più fatica rispetto a leggere caratteri stampati. I caratteri del digitale nei testi correnti vengono presentati in corpo 12 rispetto al cartaceo in cui ho utilizzato caratteri in corpo 10 o 11.